Quello che sembra essere passato come appena un capitolo, ma in realtà sono stati altri 20 anni volati come se niente fosse, Frieren si ritrova a passare da un altro dei suoi vecchi amici, il prete alcolista Heiter... che, fino alla fine dei suoi giorni, si dimostrerà alquanto furbacchione: neanche il tempo di reincontrarsi per pochi ultimi anni, e subito lui in realtà chiede favori interessanti di vario tipo. Ovviamente, per tutto ciò le da alloggio e suppongo vitto gratis, quindi suppongo che comunque non sia una cattiva persona...
Principalmente, le fa conoscere una bambina aspirante maga chiamata Fern, che vorrebbe lei portasse in giro per le prossime sue avventure, ma Frieren non se la sente. In realtà, ciò che lui vuole davvero sarebbe di vederla crescere come persona, diventare indipendente (altro cliché?), dopo averla presa praticamente come nipote spirituale poco tempo prima... quando voleva buttarsi da un improbabile promontorio che si innalza sulla valle di quelle parti, dopo aver perso i suoi genitori. Ciò che Frieren almeno accetta di fare, per sua fortuna, è di stabilizzarsi lì per qualche anno ed addestrarla alla magia.
Fern è un personaggio che già qui pare intrigante. Come lei stessa dice, ha una "presenza flebile", che le dona un che di mistero, e quindi di punti bonus, secondo sia il mio parere che quello di Frieren. In questo primo periodo magico della sua vita è desiderosa di portare a termine uno specifico obiettivo: padroneggiare per bene la sua magia, in particolare quella di lungo raggio, e riuscire con essa a bucare un masso gigante sul promontorio opposto (anche questo, piazzato in modo altamente improbabile... io ce lo vedrei a cadere con appena un po' di vento, altro che magia). È una cosa a primo impatto stupida, ma a cui tiene molto, perché sente di voler mostrare ad Heiter di essere "diventata grande" (wow, e pensare che io mi ritengo fortunata se la mattina riesco a mettere piede fuori dal letto senza inciampare...). Insomma, bisognerà tenerla d'occhio, per vedere cosa più farà uscire fuori, perché semplicemente mi piace.
Quel personaggio che è il prete Heiter, invece, certamente si fa riconoscere per la sua non-so-cosa... non saprei se la chiamerei "depravità" come fa Frieren, ma è certamente qualcosina. Oltre a questa roba qui, infatti, i favori che chiede a Frieren sono anche altri: in questi anni, di decifrare un grimorio che promette magie di risurrezione e immortalità ma che, inevitabilmente, dopo anni di lavoro da parte della ragazza, si rivela completamente inutile anche solo ad allungare la vita (e chi mai lo avrebbe detto?)... e, questo invece dai tempi in cui beveva come un forsennato, anche se in tarda età è rinsavito e ha smesso, di versargli dell'alcool sulla tomba... completamente surreale, ma in senso inclassificabile.
Alla fine comunque, dopo tanta e tanta costanza, a fare uno spacc in questo maledetto pietrone ci riesce non molto dopo e, il giorno in cui purtroppo anche Heiter passa all'altro mondo, lei non si sente in debito come temeva. Ma, ora che lui non c'è più, e che Fern non è più una bambina ignara che rischierebbe di morire in una lunga avventura (cosa che veramente non capisco perché mai dovrebbe succedere, visto che non è che Frieren vada a combattere faccia a faccia con i demoni dell'oltretomba...), lei e l'elfa si avviano per un viaggio che inevitabilmente per una sarà lungo e stancante, e per l'altra sarà una gitarella fuori porta.
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