Molte delle sere in cui non muoio, e qualche volta anche nei pomeriggi, mi trovo in una condizione molto precisa, che però a pensarci non mi sono mai presa il tempo di raccontare per bene: devo scrivere. Questo dettaglio da solo magari già non sfuggirà ai più — anche perché, è lecito supporre che su questo coso escono nuovi articoli solo se e quando li scrivo, che certamente i miei spiriti assillatori non lo faranno al posto mio — ma questa è solo metà della questione: devo scrivere, E qui sorge dunque un problema.
...Non so cosa, ecco! Quando succede, questo è un ostacolo tanto apparentemente stupido e insignificante sul lato iperuranico, quanto nella pratica critico e difficilmente contrastabile. È proprio per questo un problema alquanto subdolo, perché all'apparenza è di facile soluzione: "semplicemente pensa a qualcosa". Ebbene, le cose a cui pensare certamente non mancano — almeno, non nel mio caso, visto che, ringraziando il cielo, io non passo le giornate a marcirmi attivamente il cervello con quelle cose che tanto piacciono ai giovani d'oggi, come la app che si chiama come il rumore dell'orologio o chissà che altre diavolerie che io ormai a 21 anni suonati non ho presente — ma non tutto ciò che è pensabile è anche scrivibile... o almeno, non direttamente.
Io posso infatti certamente pensare alla mia scrivania, al gabinetto che sta lì al suo posto, alla luna che non è piena, o alla mia pazienza che progressivamente si esaurisce sempre di più a fare i conti con la dura realtà di questa mia esistenza, ma chi mai riuscirebbe a scrivere qualsiasi cosa avendo solo queste parole come tracce mentali? (Ok, in realtà l'ultimissima forse è quasi valida, visto che nei mesi fin troppi dei post sul mio blog del fritto misto si sono sviluppati così... ma avendo pur sempre un contesto un po' più esteso dai dati di quel momento presente.) Sostanzialmente, così manca sempre un vero appiglio, un cardine che funga da punto di svolta attorno al quale sviluppare un qualche discorso.
Purtroppo, questa difficoltà, a parte gli scherzi, mi capita molto frequentemente; praticamente ogni giorno. Non mi sembra neanche troppo grave, per gli standard umani, visto che tanti altri blogger sono anche meno prolifici di me... ma io, da creatura ultraterrena quale sono, ho delle aspettative molto alte per me stessa riguardo le mie passioni, scrittura ovviamente inclusa, e sento quindi di dover produrre ogni settimana, se non ogni giorno, svariati articoli sulle questioni più disparate, nonostante il farlo con costanza e mantenendo un certo standard di qualità oggettiva e soggettiva si scontri con questa natura evanescente e poco solida delle idee.
Del come mai io senta questo bisogno di produrre parole ad un simile ritmo sfrenato, quando da esse non ottengo alcun tipo di profitto (non dico economico, proprio nessuno in assoluto!) neanche a pregare, ne dovrò parlare un'altra volta... Ma quindi, intanto, cosa fare di tutto ciò? Ed è qui che sorge il terribile punto: non ne ho la più pallida idea! (...Cosa che è anche coerente con il problema stesso, in effetti, pensate quanto il mondo si prende gioco di me!)
Ci sono ciclicamente da parte mia dei tentativi di correre ai ripari, molto goffi e fallimentari, nei momenti in cui mi accorgo di essere in questo guaio... tutti eseguiti con una logica un po' da gioco d'azzardo, per cui ogni volta "me lo sento, a 'sto giro mi uscirà qualcosa"... E magari, ogni tanto, qualcosa così esce pure, ma la maggior parte delle volte altro non finisco che per perdere tempo, che avrei altrimenti più intelligentemente potuto usare per programmare, videogiocare, nonché spesso dormire. (Bello dormire...)
La verità è che, per quanto dentro di me sento che al mondo debba esistere un metodo preciso e sempre funzionante di contrastare questa difficoltà — capace magari di resistere anche di fronte al fatto che in un dato momento mi va di scrivere qualcosa di tipo X, ma di tipo Y no, o viceversa; un altro problema che invece non ho capito se è solo mio, o condiviso con gli esseri umani — scrivere simpatici articolini sulla più ampia vastità dell'universo non è come digitare numeretti su una calcolatrice, o riparare un abito scassato, o piazzare dei mattoni su Minecraft... se non si ha quella scintilla dentro, fuori non può uscire nulla.
Io, allora, altro non posso fare che continuare a cercare, a pensare, a sperare, scrivendo almeno quando effettivamente riesco... perché altrimenti dovrei arrendermi, ma ciò è completamente fuori discussione. Nonostante in certi casi mi sembra di essere anche così vicina ad una svolta in questo ambito, e poi puntualmente cado dalle stelle faccia a terra, continuerò a cercare un antidoto anche per quest'altra mia maledizione, e quel giorno magari lo pubblicherò proprio qui (due piccioni con una fava, in tal caso)... Devo sfruttare la mia pazienza, insomma!
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