Tutorial per Non Fare Niente

In questo nostro mondo moderno, dominato dalle idee di massima produttività sempre ed impegno giornaliero costante verso cose più grandi di noi stessi, il semplice e puro atto di non fare niente è ampiamente demonizzato. Non fare nulla viene visto come un atto di pigrizia, come la prova che una persona è banalmente svogliata; addirittura un fallimento personale in senso ampio, certe volte. Questa idea viene inculcata nelle menti del popolo lavoratore a tal punto che, spesso, le persone addirittura perdono la capacità di esistere senza fare un emerito, finendo condannate a vivere il resto dei propri giorni in maniera incompleta.

Eppure, il non fare nulla è una parte estremamente importante della vita, e dell'esperienza non solo umana, ma terrestre. Cadere negli errori postulati come virtù dalla coscienza industriale è dunque qualcosa di estremamente deleterio per la vita stessa, che finisce insomma per essere in buona parte svuotata del suo valore, per gli individui colpiti da questo virus mentale. Da aspirante girlrotter professionista, capace ogni giorno di apprezzare il valore eterno del vuoto e sempre in prima linea per accrescere questo mio curriculum (che controsenso, vero?), vedere uno scenario così tragico mi fa personalmente male al cuore, ed è per questo che ho preparato questo articolo.

Vi do allora il benvenuto al mio perfetto, definitivo (ma soggetto ad aggiornamenti, se necessario) tutorial di come non fare niente. Pensato sia per i più disperati, che per chi come me sente di dover semplicemente aumentare il tiro, spero che seguendo i miei consigli voi possiate finalmente riconciliarvi con il vostro io più puro... quello che è non in base al fatto che fa, ma puramente perché è. La guida è basata sulla mia minuziosamente costruita teoria del nulla, ed è suddivisa in livelli, che non indicano gradi di difficoltà strettamente crescenti o fasi attraverso cui passare per arrivare ad una fine, ma sono piuttosto diverse modalità di nulla che in qualche modo derivano da ciascuna precedente.

Prima di iniziare, assicuratevi di soddisfare alcuni prerequisiti; semplici e sicuramente ben noti a chiunque, ma assolutamente importanti:

  1. Una mente vagamente stanca, al giusto livello. Non troppo scarica, altrimenti si potrebbe avere difficoltà a riprodurre le istruzioni, ma non troppo in forma, altrimenti l'essenza del non fare non riuscirà ad attecchire. Importante anche che sia scevra da pensieri attanaglianti e non presa da distrazioni esterne.
  2. Un'anima già un po' svuotata, per quanto possibile, di tutti quei preconcetti e punti negativi discussi all'inizio. Bisogna avere la giusta mentalità per accogliere le procedure del puro niente, ma la cosa non può passare esclusivamente per la mente razionale: serve crederci a fondo.
  3. Un corpo, in stato semi-presente, ancora meglio se già lievemente distaccato dallo spirito. Per quanto mi piacerebbe poter condividere questa procedura anche con chi vive senza un corpo, per apprezzare al meglio le fasi più avanzate questo non è possibile.

Livello 0: Scroll Passivo

Questo livello è il più terra-terra, ed uno accidentalmente già abbastanza diffuso nel nostro mondo moderno, così come quello di chi ci ha preceduto. Per la sua forma più semplice, aprite una qualche piattaforma di informazione digitale sul vostro smartphone o tablet, per consumare qualsiasi cosa — video short-form come su TikTok, microblog e pensieri sconnessi come su Twitter (ora BlueSky o Mastodon) e Telegram, ma anche un qualche aggregatore di notizie — e banalmente iniziate a scorrere. Guardate, ma senza osservare davvero. Vedete, senza però leggere. Cliccate, ma senza approfondire, senza interessarvi troppo. Magari inserite delle reazioni o dei like se la piattaforma lo permette, ma puramente di pancia. Durante l'esperienza, fate attenzione a non farvi distrarre da eventuali cose "interessanti", che potrebbero attirarvi durante la navigazione e indurvi a spostare la concentrazione o entrare nell'argomento: bisogna rimanere nel nulla.

Come qualsiasi cosa in cui buona parte della popolazione ha esperienza diretta acquisita naturalmente, gli errori comuni a cui prestare attenzione sono svariati nel livello 0. A parte l'accortezza di cui sopra per quanto riguarda l'esecuzione, l'approccio stesso è quasi sempre fondamentalmente sbagliato, nascente da un'idea di ricerca di distrazione, anziché dalla spinta del vuoto. Si ritiene (spesso in modo automatico, con l'istinto che porta ad aprire le app senza che davvero si sia sviluppato un desiderio razionale) che passare il tempo in questo modo sia una strategia per ammazzare la noia, e l'oggetto dell'attività diventa quindi qualcosa che distoglie dalla natura cosmica, anziché un canale che porta verso di essa; non diversamente da chi beve per dimenticare.

Un consiglio bonus: In questo stato, cercate di percepire accuratamente il tempo che passa guidato dal niente, e che lo fa inesorabilmente, non nonostante la situazione ma proprio grazie ad essa. Magari, sul telefono, più che ai video e le immagini, fate attenzione all'orologio nella parte alta dello schermo, per aiutarvi. Attenzione a non pensare direttamente al tempo, però; va soltanto sentito.

Per quanto l'esperienza di questo livello sia ad oggi molto comune attraverso i social media short-form, ovviamente questa non è l'unica opzione... come facevano i nostri antenati? Per esempio, prima degli smartphone scrollabili, questi momenti erano spesso vissuti dagli esseri umani attraverso giornali sfogliabili, o comunque fascicoli cartacei in qualche misura illustrati. Prima della rivoluzione della stampa, erano invece comuni le storie e le canzoni, recitate ed ascoltate in gruppo, ma sempre con un niente di fondo. Fino al decennio passato, inoltre, era per esempio molto diffusa la pratica dello zapping, che consiste nello scorrere i canali di un apparecchio televisivo in cerca di qualcosa da guardare, senza tuttavia alla fine mai guardare niente.

La grande tecnologia non è insomma necessaria per raggiungere lo stato puro di niente, e anzi, in certi casi può anche ostacolarci nel processo senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Qualunque sia il mezzo di vostra scelta, comunque, è sempre importante evitare di finire per errore in fasi di interesse attivo che distolgono dal niente, come detto sopra.

Livello 1: Distrazione del Nulla

Ho avuto un po' di difficoltà a dare un nome a questo livello, e non credo nemmeno di avercela per davvero fatta... ma, comunque, la sostanza è ciò che conta, i titoli altro non servono che per tappare il vuoto. Il livello 1, lievemente più avanzato del precedente, prevede che si usi lo stesso nulla come mezzo per distrarsi dal niente: consiste nello svolgere attività che sono tutto fumo e niente arrosto, che sembrano magia ma sono solo scintille... che sembrano produttive, mentre in realtà non sono un bel niente.

Da questa premessa, questo livello potrebbe essere interamente confuso con due mostri abbastanza diffusi nel mondo della produttività, personale o meno: lo pseudo-lavoro e, più in generale, la procrastinazione involontaria. La differenza sta, come è facile intuire, non tanto nel modus operandi, quanto nel modus approcciandi, se permettete latinismi inventati: bisogna essere completamente consapevoli di non star in realtà facendo nulla, di star semplicemente facendo passare il tempo in maniera puramente improduttiva, anche e soprattutto se ci si mette di impegno nel farlo. Bisogna essere felici di star viaggiando a vuoto.

Questo livello potrebbe essere particolarmente approcciabile per i cosiddetti lavoratori della conoscenza, che lavorano appresso a computer e/o libri, casi in cui si ha davvero l'imbarazzo della scelta per cosa fare. Al PC, ci si potrebbe prendere qualche minuto per riorganizzare la cartella dei documenti o dei download; non perché hanno davvero bisogno di ordine, ma solo perché pare più bello così. In alternativa, si potrebbe provare a creare qualche schema organizzativo surrealista su Paint, per ristrutturare in maniera eccessivamente aliena il proprio lavoro, così da poterlo in un futuro spiegare facilmente ai marziani. Ancora, potete usare il vostro programma di fogli di calcolo preferito per stabilire quali parti della vostra routine quotidiana sono indicatori di una attuale recessione economia, attraverso formule ben architettate. Molte di queste cose, come appare evidente, si possono mettere in atto anche soltanto con carta e penna, e quindi anche senza calcolatori elettronici è possibile godere totalmente del vuoto.

Chi non ha questo tipo di abitudini, e preferisce invece abbracciare il niente in modo più fisico, può ugualmente passare per questo livello. Spolverate la stanza, ma solo se è già pulita. Riordinate l'armadio, anche se non ne ha bisogno; magari, prendete qualche vestito e indossatelo, giusto per la cosa in sé, non per "controllare" se vada ancora bene e nemmeno per scattare foto. Aprite e chiudete le finestre. Scendete di casa con il bisogno inventato di andare a comprare qualcosa in un negozio che sapete perfettamente essere in quel momento chiuso, o addirittura non esistere più, quindi tornate indietro a mani vuote ma senza aver fatto una passeggiata. Si potrebbe andare avanti così per sempre.

Livello 2: Riposo Anomalo

Il livello 2 della teoria del niente è quello che considero il mio personale preferito e, coincidentalmente, quello in cui mi trovo a passare più tempo durante la vita, rispetto agli altri presentati. Consiste in qualcosa che, dall'esterno, sembra a tutti gli effetti un riposare, ma non lo è affatto; e, ovviamente, non è nemmeno segretamente utile o sostanzioso, ma esiste per banale volere cosmico. Ci si mette da qualche parte, in una posizione assolutamente passiva — sulla sedia ma molto storti, o ancora meglio stendendosi male sul letto o su un divano; solo qualora non ci sia alternativa, si può stare tranquillamente in piedi, ma magari appoggiandosi ad un muro — e semplicemente si sta. A marcire.

In questo stato, non solo è imperativo rimanere senza fare nulla (che sembra una banalità, ma le statistiche ci dicono che le persone ormai hanno difficoltà anche in ciò, finendo per cadere in trappole come quelle illustrate al punto 0), ma il dettaglio fondamentale che definisce il nulla è naturalmente anche e soprattutto l'assenza di pensiero: a differenza magari del punto precedente, in cui il pensiero è utile e anzi necessario per arrivare alla Distrazione del Nulla, per il Riposo Anomalo la mente non deve stare in mezzo.

Se già riuscire a bloccare i pensieri (sia prima che si formino, che dopo nel caso in cui sfuggano al primo ostacolo) è, me ne rendo conto, complicato, la difficoltà uguale ed opposta sta nel rimanere comunque attivi nella passività. Non bisogna addormentarsi, e questo è ovvio, ma non bisogna nemmeno distrarsi cadendo in quel classico silenzio interno che, strettamente parlando, vuoto non è, in quanto propriamente misurabile; perché, come spero di aver fatto passare, questo è riposo solo di facciata, e non di fatto.

Livello 3: Presenza Dissociata

Se nel livello 2 si resta presenti all'interno di un vuoto mentale che è comunque ben definito, a tratti proprio controllato, con questo ulteriore passo in avanti si inizia ad andare oltre; letteralmente, almeno con la testa. Anche qui, il termine Presenza Dissociata non è immediatamente chiarissimo ma, come in precedenza questo passo, si basa direttamente su un'esperienza psicologica mediamente diffusa, cioè quello della dissociazione (stante a sé, e non esplicitamente derivante da uno o più disturbi psicologici).

La procedura nel complesso, quindi, è un po' difficile da spiegare: bisogna prima entrare in uno stato dissociativo volontariamente, e poi rimanerci per il tempo in cui si vuole provare il nulla, ma lasciando che il contesto si costruisca da solo. Ciò che su Internet viene consigliato è di fissare un punto scelto nell'ambiente (se possibile, lievemente nascosto, per esempio dietro un soprammobile o una porta di vetro), respirando manualmente con un ritmo che disallinei l'inconscio dal suo stato normale per farlo invece allineare all'anima, che viene proiettata fino al punto scelto nel caso vada tutto a buon fine (in caso contrario, a meno di particolari condizioni psicologiche, semplicemente non succederà nulla).

Durante questo stato, potrebbero inevitabilmente apparire numerosi pensieri; tra cui alcuni più o meno specifici allo stato di dissociazione, che sono fuori argomento per questo tutorial. In ogni caso, bisogna lasciare che questi passino da soli, e non vanno inseguiti, altrimenti non si starebbe davvero nel niente; contemporaneamente, però, non vanno repressi, altrimenti si potrebbe finire innanzitutto per sfuggire involontariamente allo stato di vuoto sospeso prima del tempo, e in secondo luogo si verificherebbe a tutti gli effetti un'interferenza del non-niente nel contesto di questo nulla indiretto.

Livello 4: Vuoto Circolare

Con il livello 4 si tocca una modalità che, per trasparenza devo dirlo chiaramente, io ancora non sono riuscita propriamente a raggiungere. Questo è il punto in cui il non fare riesce a toccare quasi propriamente delle punte di non essere, di rifiuto portato avanti ad oltranza, di nulla che (questa sarebbe l'idea) si autoalimenta, portando ad una sorta di catarsi. Penso sia a questo punto scontato, ma è giusto ripeterlo: per arrivare qui, bisogna innanzitutto non star facendo niente; conviene arrivarci dal livello 2 o 3.

Il Vuoto Circolare si osserva nel momento in cui ci si rende profondamente conto che ogni stimolo, intelligente o stupido che appaia, altro non è che una vuota provocazione... nel senso che non offre davvero qualcosa che vale, in questo grande schema delle cose che è perlopiù vuoto (altro paradosso, ma di questi purtroppo ne siamo pieni). Bisogna attivamente rifiutarli, e farlo subito, senza ripensamenti. Tutto ciò che non è automatico non è rilevante all'obiettivo definitivo, e dunque: Arriva un idea per la serata? Non ci pensare. Lo stomaco fa un brontolio? È appena passato, non vuol dire nulla. C'è caldo? Se lo senti vuol dire che stai pensando, smetti subito. E in questo modo si continua, a lungo, fino al punto in cui questa modalità stessa diventerà automatica.

Verso il Niente Infinito: Livello 5 e oltre

Mettendo per iscritto i livelli che compongono la filosofia pratica del non fare nulla, e riflettendoci per qualche attimo, appare molto evidente che il livello 4 non può davvero essere l'ultimo. Nonostante persino io, che mi ritengo investita di una grande esperienza e conoscenza della materia, faccio fatica ad arrivare perfino a quel punto, e dunque non credo ci siano molte speranze per un essere umano normale di arrivare addirittura oltre lo stesso... il nulla si deve necessariamente sviluppare anche molto oltre.

Con tutti i livelli precedenti, si postula e si è in grado di sperimentare un vuoto che è in qualche misura comunque sempre ancorato al piano di esistenza standard, da cui si riescono a prendere le distanze ma senza mai separarsi completamente. Si riesce a proiettarne lo spirito al di fuori, ma questo rimane comunque inevitabilmente collegato al corpo, e dunque a qualcosa che nullo non è. In effetti, soddisfare il contrario del prerequisito 3 forse aiuterebbe a fare esperienza di ciò che si trova oltre questo limite, o forse potrebbe addirittura essere l'unico modo...

In ogni caso, però, il punto fondamentale del problema è che al momento non riesco proprio a teorizzare ciò che viene dopo, quindi figuriamoci provarlo e scriverlo. L'unica cosa che posso fare è allora prendere così atto delle mie mancanze, e scendere dal mio piedistallo, riconoscendo di avere ancora molto da studiare ed imparare. A tal proposito, invito tutti gli esperti di questo vasto campo che è il niente a farsi sentire, in privato o ancora meglio nei commenti a questo articolo, di modo che io possa attingere da ancora altre menti, in un certo senso più vuote della mia.


Dopo aver affrontato questo così profondo viaggio nel nulla, anche solo concettualmente, è difficile trovare le giuste parole per comporre una conclusione degna. Ma, forse, va bene così: scrivere significa fare qualcosa, così come leggere ciò che è stato scritto... e ciò non va forse direttamente contro tutto ciò che è stato postulato in questo articolo? Piuttosto che farvi perdere altro tempo, allora, vi lascio semplicemente col nulla. Grazie per aver letto fin qui, e spero che ci incontreremo di persona nell'Iperuranio il più presto possibile.