Frieren - Capitolo 13

I nostri eroi si trovano nuovamente a non avanzare più di tanto, nel tempo di poche pagine, e quindi anche questo capitolo offre più che altro solo delle riflessioni interessanti, ma nulla di super potente... O forse si, perché stranamente la mattina Frieren si sveglia presto, e Fern rimane sbigottita; ma sarà semplicemente lo stare fuori nella natura, anziché dentro in una bella casa, che non l'ha fatta dormire al meglio, secondo me. Fern ha anche fatto pace con Stark, ma ha qualche problema di linguaggio per cui tende a chiamarlo "signore" nonostante siano praticamente coetanei... e, se lui le chiede di non farlo, le escono solo toni aspri ed imperativi... lasciamo stare!

Nel trovarsi a ripulire una strada ostruita da una grossa frana che stava lì da apparentemente tanto tempo, per aiutare la gente del posto, parlano con un vecchietto che rivela essere la prima volta in vita sua che vede un qualsiasi elfo, in questo caso Frieren. Lei conferma che, in effetti, la specie sarebbe probabilmente vicina all'estinzione, perché gli elfi, nonostante durino molto su questo pianeta, di loro natura non hanno quegli istinti di amore animale e di riproduzione, quindi finiscono proprio per non pensare al dilemma della preservazione della specie... wow.

Tutto questo conferma il fatto già intuibile, ma mai espresso precisamente, che Frieren non è affatto un'anomalia, bensì un essere nella norma... relativamente alla sua specie, certo, non quella umana. Bisognerebbe magari sempre vedere altri elfi con cui fare paragoni, ma la depopolazione di questi cosi è ormai così avanzata che persino lei, che da secoli passa la sua vita ad andare in giro all'avventura, visitando i posti più disparati e incontrando gente varia, dice di averne incontrato un altro solo più di 400 anni prima... E a questo punto non si può nemmeno dare per scontato che lei non sia l'ultima rimasta in assoluto, per quanto triste sarebbe.

Il problema elfico sarà da approfondire una prossima volta, però, sperando che il manga lo riprenda in futuro. Finito il lavoretto — e hanno faticato, ma sono stati così efficienti che secondo me farebbero bene ad aiutare anche un po' in Italia, dove infinite strade provinciali finiscono spesso bloccate da frane, talvolta per anni, senza che nessuno risolva — i 3 avventurieri passano per il villaggio di lì. La sera si tiene il festival della liberazione, una ricorrenza annuale per ricordare l'onore della compagnia di Himmel, che ai tempi protesse la gente di quelle terre eliminando un demone... una premessa non nuova... esattamente come anche la statua che questi hanno, di tutti e 4 i personaggi, che durante la festa decorano con fiori un po' misti.

Himmel aveva un po' questa cosa di voler essere ricordato per sempre, e quindi a suo tempo se n'è fatto fare un bel po', di statue, ritratto da solo ma anche con i suoi compagni. Paranoico si, ma lungimirante, lui, che perfettamente sapeva che, nell'arco di più o meno un intero cambio di generazione, gli umani tendono a dimenticare cose per loro altrimenti anche importanti, se non riviste e ripetute. Ma, una statua (...che forse a questo punto potrei considerare di farmi fare anche io, visto che per una volta ho un terrore in comune con Himmel anziché Frieren in questa storia) non basta: serve anche stabilire una tradizione... altrimenti, come visto anche al capitolo 3, il ricordo svanisce. Un po' triste, è vero, e infatti anche Frieren non lo comprende propriamente, ma che ci vogliamo fare...